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Perché è stata costituita la Commissione Trilaterale?
Persegue una visione del futuro più o meno realistica?
Pubblicato
1 anno fain data

Se apriamo il sito ufficiale della Trilaterale (http://www.trilaterale.it/) arriviamo facilmente all’elenco dei membri; rimane molto significativo anche se ad oggi fosse stato nel frattempo aggiornato. Lo riportiamo.
THE TRILATERAL COMMISSION
Gruppo Italiano
Via Clerici, 5 – 20121 Milano Tel +39 02863313206 e-mail: info@trilaterale.it
Dr.ssa Monica MAGGIONI, Chairman, Gruppo Italiano Trilateral Commission
Dr. Enrico CUCCHIANI, Vice-Chairman, Gruppo Italiano Trilateral Commission
Dr.ssa Ornella BARRA, Chief Operating Officer, Walgreens Boots Alliance
Dr. Gianluigi CASTELLI, Presidente, Ferrovie dello Stato Italiane
Dr. Michele CRISOSTOMO, Presidente, Enel
Dr.ssa Marta DASSU’, Direttore, Aspenia
Amb. Staffan DE MISTURA, Former Special UN Envoy, Afghanistan, Iraq and Syria
Amm. Giampaolo DI PAOLA, già Ministro della Difesa e Presidente del Comitato Militare NATO
Dr. Vittorio GRILLI, Chairman of Italy & Chairman of the CIB EMEA, J.P. Morgan
Dr. Luigi GUBITOSI, CEO e General Manager, TIM S.p.A.
Amb. Giampiero MASSOLO, Presidente, Fincantieri
Dr. Carlo MESSINA, Consigliere Delegato e Chief Executive Officer, Intesa Sanpaolo
Dr.ssa Claudia PARZANI, Western Europe Managing Partner, Linklaters; Chairman, Allianz Spa
Dr. Gianfelice ROCCA, Presidente, Techint
Dr. Pietro SALINI, Amministratore Delegato, Webuild S.p.A.
Dr. Maurizio SELLA, Presidente, Gruppo Banca Sella
Dr. Marco TRONCHETTI PROVERA, Amministratore Delegato, Pirelli Spa
Sen. Mario MONTI, European Honorary Chairman
Dr. Enrico LETTA, European Honorary Member
Dr.ssa Cecilia BRAGGIOTTI, David Rockefeller Fellow
Dr. Edoardo CAMPANELLA, David Rockefeller Fellow
Dr.ssa Marta GUZZAFAME, David Rockefeller Fellow
Dr.ssa Silvia MERLER, David Rockefeller Fellow
Dr. Matteo VILLA, David Rockefeller Fellow
Dr. Ferdinando GIUGLIANO, Alumni
Dr. Paolo MAGRI, Segretario, Gruppo Italiano Trilateral Commission e Direttore Gruppo Europeo
Questi nomi rappresentano una grossa parte del potere, quel potere che regge tutte le scelte più importanti nelle vicende politiche italiane.
Data la loro importanza, è da escludere che il loro peso nella politica italiana possa essere uguale a quello del voto di un cittadino qualsiasi. È sempre accaduto che questi personaggi abbiano giocato ruoli importanti nei partiti politici, i mezzi per farlo non mancano ed è difficile pensare che lo facciano per spirito filantropico.
Qui li vediamo addirittura aggregati in un’unica associazione, la Commissione Trilaterale appunto, dove si riuniscono regolarmente a porte chiuse, nessuno sa quello che si dicono e cosa decidono.
Tutto possiamo pensare ma c’è da chiedersi perché tengano le porte chiuse, perché tanta segretezza nelle loro decisioni?
Per non brancolare troppo nel buio, abbiamo dato un’occhiata ai documenti pubblicati dalla stessa Commissione Trilaterale.
Un rapporto molto importante del 1973, da essa redatto, mai segretato, ingiustamente passato in sordina, parla di crisi della democrazia dei paesi del mondo occidentale. Pur essendo di parecchi anni fa, prevale l’opinione che il “core achievement” sia ancora lo stesso. Si tratta di:
The Crisis of Democracy – REPORT ON THE GOVERNABILITY OF DEMOCRACIES TO THE TRILATERAL COMMISSION – MICHEL J. CROZIER, SAMUEL P. HUNTINGTON, JOJI WATANUKI – Published by New York University Press – 1973.
Nella sua nota introduttiva, Zbigniew Brzezinski (già Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Jimmy Carter; contribuì, fra l’altro, alla normalizzazione delle relazioni USA con la Repubblica Popolare Cinese), sostiene che le democrazie (qui intese solo come sistemi di iniziativa economica il più libera possibile, in contrasto con l’intervento pubblico) sono soggette a crisi inevitabili che possono anche arrivare a distruggere o limitare il libero mercato, con interventi pubblici anche pesanti.
Per superarle è necessario, dice Brzezinsky, che “i loro popoli riescano a cogliere con rigore “la sottile correlazione tra libertà e responsabilità”. Conoscendo la mentalità del gruppo della Trilaterale, questa frase, sta a significare che la cosiddetta “libertà” (si legga il neoliberismo) deve essere sostenuta anche dal popolo. Questa sarebbe la sottile correlazione tra libertà e responsabilità. Il popolo cioè dovrebbe essere portato a sostenere una politica economica sempre più a favore del capitale privato, a scapito dell’economia e della finanza pubblica.
In pratica, non va dimenticato che la parola libertà qui viene intesa solo nel suo significato di libero mercato, libera finanza, economia globalizzata, dominio assoluto della finanza sulla politica. Anche la parola “democrazia” non intende certo dare rilevanza al “potere del popolo” insito nel significato che gli antichi greci davano a questa parola: démos, «popolo» e krátos, «potere».
Il “potere”, secondo la Trilaterale, è oligarchico nel senso più peculiare del termine. Sono l’economia e la finanza a dominare in assoluto gli stati, questa è la sostanziale aberrazione che viene fatta sulla parola “democrazia”.
Secondo Brezinski, il presupposto fondamentale per il mantenimento di una “democrazia” duratura è la creazione di un ordine internazionale stabile e la costruzione di rapporti di maggiore collaborazione tra le tre regioni della Trilaterale (America-Canadà, Europa e Giappone).
Questa è la frase testuale, in originale, scritta da Brzezinski: “for the shaping of a stable international order and for the fashioning of more cooperative relations among our regions”.
Per chiarire meglio il concetto, il problema delle crisi delle cosiddette “democrazie” è ritenuto enorme e anche fatale: se la “democrazia” è lasciata a svilupparsi spontaneamente nel tempo, senza un controllo e una guida adeguati, perisce inevitabilmente. Probabilmente perché i popoli si ribellano e si riprendono il potere.
Oswald Spengler è stato un filosofo, storico e scrittore tedesco, autore, tra le altre opere, de “Il tramonto dell’Occidente”. Sostenne che lo sviluppo storico non andava visto nell’ottica illuminista del progresso continuo senza fine, in grado di sviluppare una crescita perpetua dell’economia. La storia dimostrava, molto chiaramente nel corso dei secoli, che le grandi civiltà nascevano e si sviluppavano raggiungendo un apogeo, poi declinavano inesorabilmente. Crediamo che sia impossibile dargli torto.
Questa verità storica preoccupa molto i detentori di grandi ricchezze perché temono i fenomeni di crisi, che si verificano nelle fasi di declino del sistema economico, in cui vengono distrutte queste ricchezze, accumulate con tanto compiacimento nel corso della loro vita, spesso anche sfruttando e depredando le popolazioni assoggettate.
Secondo Spengler le società (in questo caso neocapitalistiche) hanno dimostrato di sapersi sviluppare solo finché portano in sé le caratteristiche il cui decadimento diventa l’origine del loro declino. Questo vale anche e soprattutto per l’Occidente.
Così pure l’Europa sarebbe destinata a cadere, preda di politiche economiche selvagge e di guerre di annientamento. Questo segnerebbe la crisi generale del neocapitalismo.
Ecco perché è stata costituita la Commissione Trilaterale e tutte le altre organizzazioni internazionali che sostanzialmente hanno lo stesso obiettivo: scongiurare i rischi di crisi delle cosiddette “democrazie” occidentali.
Questo discorso è stato vincente in molte circostanze, tanto da riuscire a convincere e reclutare anche tutta una compagine manageriale, utilizzata opportunamente non solo nella politica e nei partiti, ma soprattutto nei nodi vitali delle istituzioni e nelle amministrazioni degli Stati Occidentali.
Questi manager al servizio del neocapitalismo hanno il compito di cedere gradualmente e in modo indolore la sovranità degli stati a queste organizzazioni economiche e finanziarie sovranazionali, quali espressioni estreme della libertà di mercato. Se questo “core achievement” verrà raggiunto, saranno loro e non i governi democraticamente eletti a governare il mondo. D’altronde, in larga parte, lo stanno già facendo. Come fermarli?
È da credere che fintantoché la filosofia del profitto ad oltranza reggerà in esclusiva ogni azione economica privata, mortificando sempre più il controllo pubblico, a scapito della solidarietà e del bene comune, la Commissione Trilaterale, il Bilderberg e tutte le altre organizzazioni simili troveranno terreno fertile per prosperare.
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